Sono io bambina, a circa cinque anni, con un costumino bianco e giallo di lana (non avevano ancora inventato i tessuti elasticizzati!). Faccetta più accigliata per il sole che per la situazione che, invece, doveva piacermi molto. Ed ecco già qui emergere lo sfondo surreale in pieno contrasto con la figura principale: sulla sinistra una soglia di casa di paese velata da una tenda bianca gonfia di vento, decisamente improbabile in un luogo di bagni; sulla destra, sovrastata da nuvole “di cartone”, una campagna solo evocata, piatta, punteggiata solo di radi papaveri, quella di Novate Milanese. Tutto è in bianco e nero, come le foto di allora, perché tutto è confinato in un passato molto lontano.