“Siamo solo un mezzo per lui. Un mezzo per raggiungere il potere personale. Per questo dispone di noi come vuole. Può giocare con noi se ne ha voglia. Può distruggerci se lo desidera. Noi non siamo niente. Lui, finito dov’è per puro caso, è il dio e il re che dobbiamo temere e venerare. La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili.” Così Anna Politkovskaja in uno dei suoi tanti articoli contro Putin. Verrà assassinata nell’androne di casa il 7 ottobre 2006, a 48 anni. Io la celebro così, con i colori della bandiera russa anche sua, su cui scorrono in alto parole-chiave di alcuni drammi russi, compreso, nell’angolo in alto a sinistra, il nome dell’acerrimo nemico di Anna, che sta uscendo dal quadro. E spero vivamente che sia un’intuizione profetica.