Descrizione
È il mio quadro più drammatico. La chiatta trasporta il barcone recuperato dal fondo del mare dopo il più terribile naufragio di migranti. Morirono in centinaia. La mia “signora” in primo piano, per la prima e unica volta nella mia pittura, è senza capelli, quei capelli che io adoro rappresentare nelle forme più inconsuete. Perché è calva? Sì, le manca la falce e ha un bel corpo colorato, ma è proprio lei, la “nera signora”. Li guarda arrivare all’ultima destinazione, quella della più assoluta mancanza di ogni luce di speranza. Il luogo fisico è un arsenale veneziano in cui ogni cadavere recuperato sarà ricomposto per dargli, almeno, una dignitosa sepoltura, la sepoltura dovuta a ogni essere umano da parte di coloro che ancora, per questo, possono sentirsi umani.